Quella penna “fortunata” per la maturità ha un effetto reale sul tuo cervello: lo conferma la psicologia

Il Bigliettino della Fortuna Esiste? La Psicologia Dietro Ai Talismani della Maturità

Con l’arrivo della seconda prova scritta della maturità 2025, gli studenti di liceo scientifico si preparano ad affrontare uno degli ostacoli più temuti: la prova di matematica. E così, tra esercizi di derivate e integrali, spuntano oggetti portafortuna, rituali scaramantici e gesti ripetuti con precisione maniacale. Ma che ruolo hanno davvero questi piccoli “incantesimi” nella performance scolastica? La risposta ce la dà la psicologia, che studia da decenni il rapporto tra superstizione, controllo e rendimento cognitivo.

Rituali da Esame: Tra Magia e Meccanismi Mentali

Ogni anno si ripete lo stesso copione: qualcuno non può fare il compito senza la mitica “penna della fortuna”, altri infilano un quadrifoglio nella calcolatrice o indossano le stesse calze per tutta la settimana degli esami. Scene che si ripetono anche all’estero, con variazioni culturali: studenti spagnoli affidano la sorte a statuette religiose, mentre negli USA trionfano le “lucky erasers”, gomme da cancellare diventate veri talismani della produttività.

Col passare degli anni, anche la tecnologia è entrata in gioco. Wallpaper motivazionali sullo smartphone, playlist scaramantiche su Spotify o app per meditare prima della prova: oggi i rituali sono anche digitali. Sebbene non abbiano basi scientifiche come strumenti magici, questi gesti contribuiscono a creare un ambiente mentale familiare e rassicurante, utile a gestire l’ansia. È proprio questa la chiave: non è l’oggetto in sé a fare la differenza, ma il significato che gli attribuiamo.

Perché Ci Affidiamo ai Talismani? Il Bisogno di Controllo

Anche la mente più razionale può cercare conforto in riti irrazionali. La spiegazione si trova nella necessità psicologica di controllo: di fronte a una situazione imprevedibile come un esame, il cervello preferisce aggrapparsi a schemi conosciuti. Secondo il celebre psicologo Stuart Vyse, le superstizioni funzionano come piccoli placebo mentali: se crediamo che un oggetto ci dia sicurezza, effettivamente ci sentiremo più tranquilli e centrati.

Questi comportamenti non garantiscono risultati magici, ma aiutano la mente ad affrontare lo stress. I rituali, anche i più semplici, stimolano una sensazione di continuità e controllo che abbassa la soglia dell’ansia percepita e migliora la concentrazione.

Tra Scaramanzia e Neuroscienze: Quando il Gesto Diventa Strumento

Gli studi più recenti confermano che ripetere gesti o riti legati allo studio attiva il sistema nervoso parasimpatico, responsabile della risposta di rilassamento dell’organismo. È il motivo per cui accendere la stessa candela o scrivere il proprio nome con la stessa penna possono effettivamente aiutare a entrare nella “zona” giusta per affrontare una prova. Anche in assenza di significati oggettivi, queste azioni si trasformano in strumenti mentali in grado di ridurre lo stress.

  • La psicologa Francesca Gino, della Harvard Business School, ha dimostrato che anche rituali completamente arbitrari migliorano la performance e riducono lo stress.
  • Gli studi dell’Università di Colonia rivelano che attivare una credenza legata alla fortuna aumenta il senso di autoefficacia, portando benefici concreti nelle situazioni di performance.

Quando la Superstizione Supera il Limite

Come tutte le strategie psicologiche, anche i talismani hanno bisogno di equilibrio. Alcuni studenti finiscono col sentirsi completamente dipendenti da certi oggetti o azioni, al punto da entrare in panico qualora qualcosa vada storto. Questa dipendenza, definita “superstizione patologica”, rischia di aumentare il carico d’ansia anziché ridurlo, rendendo ogni intoppo una potenziale catastrofe emotiva.

Per questo, secondo gli esperti, è fondamentale che questi rituali restino strumenti secondari, integrati a una preparazione solida e strategie psicologiche consapevoli. La vera sicurezza nasce da ciò che abbiamo costruito nei mesi precedenti, non dal colore delle calze con cui affrontiamo il compito.

Strategie Verificate per Gestire l’Ansia

Accanto ai riti, esistono pratiche scientificamente validate che aiutano a controllare l’attivazione mentale e migliorare il focus prima di una prova impegnativa come l’esame di maturità.

  • Respirazione 4-7-8: una tecnica semplice ed efficace. Inspira per 4 secondi, trattieni il fiato per 7, ed espira lentamente per 8. Aiuta a rallentare il battito e riportare calma anche nei momenti più tesi.
  • Visualizzazione positiva: immaginarsi mentre si affronta bene una situazione attiva le stesse aree cerebrali dell’azione reale, riducendo l’ansia e aumentando la sicurezza.

Power Posing: effetto reale o suggestione?

Le famose “pose di potere”, rese celebri dalla psicologa Amy Cuddy, suggeriscono che adottare posture espansive possa aumentare la fiducia in sé e diminuire lo stress. Anche se la comunità scientifica continua a discutere sull’efficacia fisiologica di questa tecnica, molti concordano sul potenziale impatto psicologico, soprattutto se integrata in un approccio più ampio alla gestione dell’ansia.

Il Bigliettino della Fortuna: Una Scusa o un Alleato Mentale?

Nessun oggetto, per quanto carico di significato, potrà mai risolvere un’equazione al nostro posto. Tuttavia, quel bigliettino nel diario, la matita consumata degli allenamenti, o la foto nel portafoglio possono trasformarsi in veri attivatori mentali. Piccoli ancoraggi che ci aiutano a connetterci a una sensazione di calma, fiducia e preparazione.

Alla fine, il potere dei simboli non sta nella magia, ma nel modo in cui influenzano la nostra mente. Che si tratti di matematica, scienze o qualsiasi sfida della vita, affrontarla con sicurezza – costruita su studio, ritmi psicologici sani e magari un pizzico di scaramanzia – può fare davvero la differenza. Perché se i numeri sono oggettivi, il nostro modo di viverli… no.

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